«Molte cose non è perché sono difficili che non osiamo farle, ma perché non osiamo farle che sono difficili». Nella massima di Seneca si esprime il significato e la portata del progetto Erha (Enhanced radioterapy with hadrons), il primo acceleratore lineare di protoni per la cura di molti tumori in fase di realizzazione alla Itel, a Ruvo di Puglia, e sviluppato dalla Newco Linear Beam srl, spin-off dell’azienda fondata da Leonardo Diaferia che, nel 2022, celebrerà i suoi 40 anni di attività.
Una citazione fatta da Antonio De Vito, direttore di Puglia Sviluppo, e uno dei relatori provenienti dal mondo accademico, industriale e politico – presente il sindaco Pasquale Chieco – nelle tavole rotonde che son seguite alla sigla del protocollo di intesa firmato ieri, nella sala presidenziale della Itel, tra il presidente di Enea Federico Testa e il presidente di Linearbeam-Itel Telecomunicazioni Leonardo Diaferia, sancendo «un’alleanza tra ricerca e industria per lo sviluppo di tecnologie altamente innovative per applicazioni sempre più efficaci e meno invasive di radioterapia oncologica».
Una sigla storica, che favorisce l’acquisizione, lo scambio e il potenziamento di conoscenze tecnologiche, expertise e professionalità del settore per la realizzazione dei prototipi Erha e Top-Implart, valorizzando le competenze tecnologiche e scientifiche.Top-Implart è il prototipo di acceleratore lineare di protoni innovativo sviluppato da Enea, Istituto Superiore di Sanità e Istituto Nazionale Tumori Regina Elena –IFO-Roma con finanziamenti della Regione Lazioe in fase di realizzazione nel Centro Enea a Frascati.
«Questa collaborazione consente la convergenza delle competenze tecnologiche e scientifiche di Enea con quelle ingegneristiche e industriali di ItelLinearBeam ed è strategica per rafforzare la leadership scientifica e industriale italiana in un settore con grandi prospettive di diffusione a livello globale come quello degli acceleratori di particelle» ha evidenziato Testa il quale sottolinea l’importanza del valore aggiunto dato dal “travaso” di conoscenze verso i giovani ricercatori e tecnologi e per accelerare la realizzazione dei primi centri di protonterapia nel centro e sud Italia.
«In questo territorio ci sono competenze – ha aggiunto – e se si vuole possono rimanere qui».
Gli fa eco il presidente Diaferia che vede nel progetto Erha « il futuro della protonterapia made in Italy, rappresentando un traguardo significativo nella cura delle neoplasie più diffuse e il frutto di anni di laboriosa ricerca, di metodologia applicata di sperimentazione e una sfida che ha coinvolto professionisti ed esperti, un team di eccellenze provenienti dalla fisica, dall’ingegneria dei sistemi complessi passando per la robotica e la visione artificiale. La protonterapia è il trattamento radioterapico più avanzato disponibile e il sistema Erha è il primo al mondo ad avere un acceleratore p-Linac sviluppato specificamente per l’uso clinico. Il programma di scambio di know-how e di expertise con Enea suggella una fase propizia nel segno del progresso e garantirà un’ulteriore spinta nell’avanzamento della produzione e nel posizionamento dei primi acceleratori lineari in Italia».
Orgoglioso di questa preziosa collaborazione è anche il giovane ingegnere Raffaele Andrea Prisco, responsabile del progetto Erha di cui ci parla nello specifico: «Erha richiede una superficie inferiore a 100 metri quadrati ed è di facile allocazione negli ospedali. Ogni sua componente è gestita da un unico sistema di controllo integrato con il softwareper la pianificazione del trattamento e la suite per il posizionamento del paziente, permettendo di aumentare la precisione del trattamento. È un sistema “modulare” dotato di più sale di trattamento contigue a rilascio di energia via via più alta cosi da essere immediatamente fruibile in radiobiologia e successivamente per applicazioni cliniche. La suite di protonterapia è completata in trenta mesi dall’avvio dei lavori e già dal nono mese sarà disponibile una sala sperimentale radiobiologica e dal diciottesimo mese sarà possibile effettuare trattamenti pediatrici, orbitali e oculari».
Prisco è l’esempio di un’eccellenza valorizzata nel proprio territorio, nel Sud. Una delle eccellenze a cui imprenditori coraggiosi e visionari hanno dato fiducia e in cui investono. Lungimiranza, audacia, strategia premiate anche da chi ha creduto e ha dato la possibilità di realizzarlo. Per il progetto la LinearBeam ha a disposizione quasi 15 milioni di euro messi a disposizione dal Fondo Ricerca e Innovazione di Equiter SpA che sostiene la ricerca e l’innovazione nel sud Italia e rappresentata ieri da Maurizio Guglielmini, key financial manager.
L’importanza del progetto per il territorio è stata anche sottolineata da Alessandro Delle Donne, direttore generale della Asl BAT, il quale vede in Erha la risposta a un fabbisogno sul quale è fondamentale investire e crederci.
In chiusura dell’incontro, Diaferia ha dichiarato: «Il futuro della protonterapia uscirà da Ruvo di Puglia. Manterremo l’impegno. Io ci credo e ci credono tutti».